A sollecitare la collaborazione è l’Apcti, l’associazione delle polcom ticinesi, prendendo posizione sul progetto di unico regolamento per l’applicazione della riformata legge sull’ordine pubblico e della nuova normativa sulla dissimulazione del volto, che fra l’altro proibiscono di indossare in pubblico anche burqa e niqab, approvate entrambe lo scorso novembre dal Gran Consiglio. Messo in consultazione poco prima di Natale dal Dipartimento istituzioni, il regolamento proposto assegna ai municipi, in materia di contravvenzioni, la competenza, tramite le rispettive polizie, di punire con la multa una serie di illeciti contemplati dalle due leggi.
«Sia chiaro, non contestiamo l’attribuzione di questo compito agli esecutivi comunali e quindi ai corpi di polizia locale, riteniamo però opportuno che la pattuglia della Polizia cantonale quando constata un’infrazione alla legge sull’ordine pubblico o a quella sulla dissimulazione del viso proceda alla stesura e alla trasmissione del relativo rapporto alla polizia del Comune dove è avvenuto il fatto, la quale a sua volta invierà l’incarto al Municipio per l’apertura della procedura», dice alla ‘Regione’ il presidente dell’Associazione delle polizie comunali Dimitri Bossalini . Ma non auspicate ciò che in fondo appare scontato, dato che anche la Cantonale è un corpo di polizia e dunque tenuta ad agire come tale allorché rileva un’infrazione? «È la possibile obiezione che potrebbe fare il Dipartimento, tuttavia – aggiunge Bossalini – secondo noi, e al riguardo richiamiamo il principio di sussidiarietà fra polizie e la Legge sulla collaborazione tra Cantonale e comunali, sarebbe meglio fissare questa forma di cooperazione nero su bianco, ossia nel Regolamento». Una cooperazione, ricorda il responsabile dell’Apcti, «che peraltro già esiste in altri ambiti, come quello degli esercizi pubblici». Una cooperazione, sottolinea Bossalini riferendosi alla legge sulla dissimulazione del volto in pubblico, che «sarà particolarmente necessaria in occasione di eventi sportivi»: per il mantenimento dell’ordine «potrebbe essere presente un contingente di soli agenti della Polizia cantonale, i quali dovrebbero, a nostro parere, segnalare alle autorità del Comune nel quale si è svolta la manifestazione le persone che avendo il viso coperto hanno fermato e identificato».
Stando agli intendimenti del Dipartimento istituzioni, scatterebbero ad aprile le rinnovate disposizioni sull’ordine pubblico e la legge che proibisce di celare il volto negli spazi pubblici. E di conseguenza anche la norma anti-burqa e anti-niqab. La cui applicazione potrebbe però rivelarsi non facile, sostiene il presidente dell’Associazione delle polcomunali. «Visto che il divieto non risparmia neppure le turiste provenienti dai Paesi arabi, sarà importante per i Comuni fare un’adeguata opera di sensibilizzazione in stretta collaborazione con gli alberghi, per esempio con la distribuzione di volantini negli hotel», afferma Bossalini: «Le polizie comunali dovrebbero agire, perlomeno inizialmente, con circospezione, anche per non provocare dure reazioni da parte di chi viene sorpreso con il velo in luoghi pubblici. Oltretutto l’agente non si limiterà a chiedere il documento di identità ma sarà tenuto anche a verificare che il viso nella foto sia effettivamente quello della persona fermata». Di questi e altri aspetti operativi «discuterà prossimamente il comitato della nostra associazione».
Andrea Manna
La Regione Ticino