Associazione delle polizie comunali ticinesi
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Meno Poli, come chiedevamo

 

Bossalini: d’accordo con la riduzione prospettata da Gobbi, è in linea con quanto proponevamo a suo tempo.

«Già in occasione dell’elaborazione della legge, la nostra associazione proponeva cinque regioni di polizia comunale al massimo. I politici hanno poi optato per otto. Quanto appena prospettato dal direttore del Dipartimento istituzioni ci trova quindi perfettamente d’accordo. È in linea con ciò che auspicavamo a suo tempo». Allorché, ricorda ancora Dimitri Bossalini, si stava mettendo a punto la LcPol, la legge sulla collaborazione tra la Cantonale e i corpi di polizia locale, votata dal Gran Consiglio nel marzo del 2011 e in vigore a tutti gli effetti dal settembre dello scorso anno. La nuova organizzazione poggia su otto regioni, che fanno riferimento ad altrettanti Comuni polo, in ognuna delle quali «bisogna garantire il servizio 24 ore su 24». Cosa che «in alcune non è sempre facile, per la mancanza di un numero sufficiente di agenti». Ecco perché il presidente dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi condivide l’intenzione del Dipartimento guidato da Norman Gobbi di procedere, come ha indicato lo stesso ministro venerdì scorso durante la seduta della Conferenza cantonale consultiva sulla sicurezza, “a ulteriori accorpamenti fra regioni” di polizia comunale per “migliorare” la cooperazione e la ripartizione dei compiti tra Polcantonale e polcom.

 

Di questo e di altri temi, segnala ancora la nota dipartimentale sulla recente riunione (vedi l’edizione di ieri), si occuperà il gruppo di lavoro “sul dossier della Polizia ticinese”, che Gobbi dovrebbe designare “entro la fine del 2016”. All’orizzonte si profila dunque una riduzione delle regioni. E di conseguenza dei Comuni polo. «È l’idea di manovra», riprende Bossalini, anch’egli presente alla seduta della Conferenza. «Intanto – ricorda il responsabile dell’Apcti – con la nuova Bellinzona una regione di polizia, quella che fa capo a Giubiasco, è destinata a confluire nella regione che ha e avrà Bellinzona quale Comune polo. In futuro si potrebbe ragionare sull’unificazione delle due regioni con Comuni polo rispettivamente Mendrisio e Chiasso. Più urgente da affrontare, ritengo, il discorso riguardante le regioni che fanno riferimento una ad Ascona e l’altra a Locarno». Secondo Bossalini, «Ascona e Losone, comuni appartenenti alla medesima regione di polizia, faticano a ‘gestire’ le 24 ore, proprio per una carenza di effettivi. Il problema potrebbe essere risolto accorpando questa regione a quella facente capo a Locarno. Che anche della nuova regione sarebbe il Comune polo». Ascona e Losone «manterrebbero comunque i rispettivi corpi di polizia: con il sistema dei turni, la copertura delle 24 ore nella nuova regione sarebbe garantita». Si tratta, precisa Bossalini, «solo di ipotesi operative, per rendere maggiormente flessibile ed efficiente il modello introdotto dalla LcPol, che verranno approfondite dall’annunciato gruppo di lavoro». Quello sulla “Polizia ticinese”. Ovvero sulla polizia unica, scenario cui l’Apcti si è sempre opposta? «No – afferma il presidente dell’Associazione –. Tant’è che il gruppo di studio discuterà con la magistratura pure della questione delle competenze e quindi delle deleghe. Personalmente credo che, sempre nel quadro della polizia di prossimità, le ‘comunali’ possano procedere per esempio alla constatazione anche di furti commessi da ignoti e di danneggiamenti». Con il “dossier Polizia ticinese” si rispolvererà l’idea di una sola polizia in Ticino? Anche Gobbi risponde negativamente. «È una questione di Realpolitik, alla luce della discussione che c’è stata nel 2015 in parlamento. Occorre però – aggiunge il titolare del Dipartimento istituzioni, da noi interpellato – razionalizzare, affinché sia più performante, l’organizzazione contemplata dalla legge vigente», quella sulla collaborazione tra la Polizia cantonale e le polcom, «passando fra l’altro da una diminuzione del numero dei Comuni polo e dall’integrazione delle polizie locali nella futura Centrale cantonale di allarme, che permetterà di coordinare meglio gli interventi».

 

Andrea Manna,

La Regione, 25 Ottobre 2016

25 Ottobre 2016

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