Non ci saranno decisioni calate dall’alto o defezioni improvvise lungo la via. Perché Cantone e Comuni, riuniti ieri a Palazzo delle Orsoline per la seduta della Piattaforma di dialogo, hanno deciso di percorrere mano nella mano la strada che porta a ‘Ticino 2020’, la riforma che da qui ai prossimi cinque anni ridisegnerà i rapporti tra Bellinzona e gli enti locali. Lo hanno deciso e lo hanno messo nero su bianco nella ‘Lettera d’intenti’, corretta ieri e che verrà sottoscritta a breve. La novità più importante, come si evince da una nota stampa, è che “eventuali revisioni legislative che dovessero modificare flussi e competenze fra Cantone e Comuni saranno discusse preventivamente dalla Piattaforma”. «È una premessa fondamentale, su cui come Comuni abbiamo insistito, per portare avanti insieme la riforma ‘Ticino 2020’», sottolinea il presidente dell’Associazione dei comuni ticinesi (Act). E a proposito di ‘decisioni calate dall’alto’ Riccardo Calastri porta l’esempio della polizia unica, sulla cui istituzione il Gran Consiglio si pronuncerà settimana prossima. «È chiaro che se il parlamento dovesse dire di sì alla creazione di una sola polizia in Ticino, quella premessa fondamentale sulla quale ho posto prima l’accento verrebbe meno e risulterebbe fortemente pregiudicata la prosecuzione dei lavori per concretizzare ‘Ticino 2020’: a quel punto ci si potrebbe chiedere se abbia ancora senso la Piattaforma di dialogo fra Cantone e Comuni, insomma potremmo metterci un crocione», rincara Calastri, ieri e oggi a Berna per l’assemblea dell’Associazione dei comuni svizzeri (il presidente dell’Act è membro del comitato).
‘Polizia unica? Non è il momento’
Presidente dell’Act che precisa: «Come Comuni non siamo contrari per principio alla polizia unica, ma questo non è il momento opportuno per affrontare il discorso, visto che gli enti locali si stanno impegnando a fondo per implementare entro il prossimo settembre le otto regioni di polizia comunale stabilite dalla Legge sulla collaborazione tra Cantonale e polcom, votata dal parlamento nel 2011 ed entrata in vigore l’anno successivo. Un sì oggi al corpo unico sarebbe uno schiaffo agli enti locali. Ma non c’è solo il tema sicurezza.
Riccardo Calastri
Presidente Associazione Comuni Ticinesi